martedì 28 aprile 2009

Nel numero di aprile di AnciRivista...

Di seguito il mio intervento pubblicato sul numero di aprile di AnciRivista, il mensile dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani.


Visione aperta e nuova

Dopo la riforma istituzionale approvata dalla Provincia di Trento due anni e mezzo fa, credo sia arrivato il momento di cercare un nuovo modello di governo dell’area urbana. A Trento oggi vive circa un quarto della popolazione trentina. Chi ha fatto parte delle amministrazioni di questa città sa bene che la scala dei problemi che spesso ci si trova ad affrontare richiederebbe strumenti di cui purtroppo il Comune capoluogo non dispone. Attenzione, nessuno coltiva illusioni di autosufficienza, perché sarebbe antistorico. E’ piuttosto auspicabile che Trento possa assumersi presto, nell’interesse dei cittadini, una responsabilità differenziale più ampia. Se la Provincia vorrà proseguire nel percorso di decentramento e responsabilizzazione delle autonomie di base, come si evince dalla riforma istituzionale, ci sono tutte le premesse per aprire un tavolo di discussione per riflettere sull’opportunità di elaborare uno statuto originale e distinto per la città di Trento.
Credo che Trento, sia per la sua dimensione politica che per la sua oggettiva dimensione amministrativa, abbia in sé le caratteristiche necessarie a gestire autonomamente una più consistente parte delle competenze oggi in capo alla Provincia. Il modello a cui rifarsi potrebbe essere quello della Communauté Urbaine francese, istituita nel 1966 e ancora oggi strumento di governo delle aree urbane. Non serve che io mi soffermi troppo sulle ragioni che mi spingono a lanciare questa proposta: è piuttosto chiaro che una città ha problemi del tutto differenti rispetto a quelle dei comuni di piccola o media dimensione. Diversa è la dimensione dei problemi, diversa la scala, diversi gli impatti e gli interessi coinvolti: diversi, conseguentemente, dovrebbero essere gli strumenti amministrativi a disposizione.
Una città come Trento sviluppa ormai forme di governance atte a coinvolgere nelle scelte pubbliche le grandi categorie degli interessi, i gruppi sociali, le confederazioni sindacali. Dunque Trento oggi è chiamata a sviluppare il proprio agire secondo assi strategici del tutto originali rispetto a quelli di un piccolo comune. Diverse sono anche le necessità finanziarie e superiori le responsabilità.
Ritengo, dunque, che occorra ragionare sulla possibilità di pensare un nuovo modello di governo speciale, differenziando per quanto possibile gli strumenti e le responsabilità della città rispetto a quelle dei piccoli comuni. Sussidiarietà, in fondo, significa proprio questo.

Alessandro Andreatta
Sindaco reggente








Nessun commento:

Posta un commento